Viaggi, sapori e tendenze: il caffè americano.

Autunno, impossibilità di viaggiare e temperature che si abbassano giorno dopo giorno. In queste settimane la mia routine giornaliera è fatta di smart working, accompagnato da bevande calde: tisane, infusi e caffè americano. In quei momenti evado un po’ dal lavoro e torno con la mente ai viaggi, a mete già viste e ad altre ferme là, bloccate, fino a data da destinarsi. Mi manca la sensazione del mio viaggione annuale, come vivere il foliage in America ad esempio, ma, in tutta onestà, anche il muoversi serenamente in Italia mi sembra un’utopia. Così un po’ per voglia, un po’ per sfizio, la scorsa settimana ho acquistato un piccolo elettrodomestico di grande compagnia: la macchina per il caffè americano.

Central Park in autunno è un vero spettacolo!
Mentre bevo il mio caffè americano, spesso me ne torno lì con la mente.

Cos’è il caffè americano?

Immagino ormai chiunque conosca questa bevanda. Nei film e nelle serie tv americane è consuetudine vedere in molte scene grandi tazze di caffè, o altre take away, in ogni momento della giornata. Questa bevanda è un must negli Stati Uniti, ma è consumato molto anche nel nord Europa. Molti di noi avranno avuto modo di trovarlo a servito a colazione all’estero e chissà, probabilmente, tra voi ci sarà che è solito chiamarlo “acqua sporca”, data la diversità rispetto ad un normale espresso. Il caffè americano è comunque una bevanda al caffè con una maggiore quantità d’acqua che lo rende più leggero rispetto al normale espresso.

Quali sono le origini?

Nonostante sia sbarcato in Italia da diversi anni e, almeno per me, è un must all’estero, il caffè americano sembra davvero essere legato agli Stati Uniti. Sembra infatti che durante la Seconda guerra mondiale, i soldati americani sopportassero a fatica l’intensità ed il forte gusto del nostro espresso, allungandolo puntualmente con acqua per alleggerirlo.

Come si prepara questa tipologia di caffè?

Un po’ come lo strudel in Adige, ogni famiglia ha la propria ricetta, il proprio modo ed il proprio gusto. Iniziamo con il dire che il caffè americano realizzato con l’apposita macchina, viene chiamato anche caffè filtrato (filter coffee). Questa procedura prevede che dell’acqua calda (non bollente ma tra i 90° – 95° C) scorra attraverso un filtro di carta contenente la polvere di caffè, assorbendone l’aroma per poi scendere e raccogliersi in un piccolo contenitore. Per darvi un’idea, si utilizzano 7-8 grammi di caffè macinato ogni due tazze (circa 300 ml), decisamente meno rispetto ad un normale caffè. Il consiglio però è di pulire la macchina ogni settimana, per evitare cattivi odori o formazione di calcare.

Si può fare il caffè americano senza macchinetta?

La risposta è naturalmente sì. Sono una vera fan di questa bevanda da diversi anni, ma da poco ho la macchinetta, ma l’ho praticamente sempre bevuto. Un metodo molto casalingo prevede l’aggiunta di acqua bollente al classico caffè realizzato con la moka. In questo modo diventa una sorta di caffè più allungato che ricorda vagamente il gusto del caffè con la moka, ma più leggero. In alternativa, il metodo forse migliore per realizzare questa bevanda se non si possiede la coffee machine, può essere quello di posizionare un filtro di carta su una tazza, metterci del caffè in polvere, versare l’acqua calda e lasciare gocciolare, ricordando vagamente la procedura della macchinetta.

Naturalmente si percepisce la differenza tra il caffè americano fatto con o senza macchinetta, ma in generale posso dire che a me piace. Pur essendo privo della tipica cremosità dell’espresso, l’americano ha un sapore più dolce ed equilibrato. Inoltre la caffeina per me è un toccasana contro il mal di testa. Una tazzina di caffè, o una tazza di caffè americano (entrambi non zuccherati), mi danno una sensazione di beneficio in caso di mal di testa. Talvolta, mi sembra abbiano un’azione quasi preventiva. E poi, cosa c’è di meglio di sorseggiare una bevanda che mi teletrasporta oltre oceano, dove l’aria frizzantina è resa più piacevole tra foliage, zucche e splendide decorazioni autunnali?

17 comments on Viaggi, sapori e tendenze: il caffè americano.

  • Federica Assirelli

    Ti sembrerà strano, ma l’ho bevuto in un solo periodo della mia vita quando vivevo in Cina! Premetto che non sono particolarmente amante del caffè e per me è sempre troppo amaro. Lì l’espresso era difficile da trovare e berlo così “allungato” me l’aveva fatto amare un po’ di più!

  • Rosanna Ippolito

    Ogni tanto lo bevo anche io il caffè americano interessante leggere le origini.

  • michela (author)

    Grazie 😉

  • Ilenia

    Non conoscevo bene l’origine del caffè americano; diciamo che è più bevanda rispetto al nostro caffè, un rituale che accompagna diverse fasi della giornata. Come rimedio per il mal di testa però lo conoscevo e ogni tanto lo sfrutto per non perdere la concentrazione

  • michela (author)

    Credo che il caffè americano sia più “facile”, perché è decisamente meno amaro. Però, più in generale, credo che il caffè o lo si ama, o lo si odia 😉

  • Giovanna

    Io adoro il caffè americano, ho avuto la macchinetta per anni in cucina fissa, poi ho dovuto fare spazio ad altre cose e mi dispiaciuto molo relegarla in un mobile. Adesso che mi ci hai fatto pensare quasi la vado a riprendere!

  • paola

    Di norma non bevo il caffè, neppure quello italiano. Amo l’orzo e il ginseng, perchè intossicano meno. Durante i viaggi, comunque, ho notato molte differenze tra le preparazione del caffè e molti sapori differenti. Ho assaggiato caffè imbevibili ma anche caffè dal sapore accettabile o addirittura buono. Forse cambia la miscela o, a volte, dipende dalla temperatura e dall’umidità dell’aria. Vai a sapere…

  • Elena

    Nonostante lo abbia provato più volte, preferisco sempre il nostro caffè dal gusto deciso e forte. ?

  • Valentina

    Da brava caffeinomane, sono sempre molto curiosa quando si parla di quella magica bevanda che è il caffè! Io lo preferisco espresso, ma vorrei prima o poi concedermi un bel caffè americano! E anche io ricorro spesso al caffè in caso di mal di testa!

  • beatrice

    Io bevo molto il caffè americano anche qui a casa, sotto lo sguardo inorridito di mio marito, che invece è un purista dell’espresso. ma che devo farci… mi piace!

  • Veronica

    Mi hai quasi fatto venire voglia di provare il caffè americano! Ammetto che pur vivendo nel Regno Unito da più di sei anni, non ho mai neanche assaggiato un americano. Sì, sono una di quelle che l’ha giudicato subito come “acqua sporca”. Senza contare che a me il caffè non piace a meno che non sia macchiato. Però visto che magari il gusto può essere più leggero, potrei provare. In ufficio la soluzione più gettonata era il caffè solubile sciolto nell’acqua scaldata nel kettle.

  • marina

    Oddio, io non riesco proprio a berlo il caffè americano! Sarà che per me il caffè dev’essere davvero corto, altrimenti neanche l’espresso mi piace! Dopo svariati tentativi di farmelo piacere, all’estero piuttosto non consumo caffè, tanto sono sicura che non mi piacerebbe.

  • Michela

    Come ti capisco anche io sono dipendente dal caffè americano e mi sono proprio presa la macchina per farlo anche se inizialmente usavo la french presso Sono arrivata a comprarmi le miscela dell’originale starbucks a seattle.

  • michela (author)

    Wow, molto interessante! Ed il risultato è lo stesso? Cioè come se avessi il caffè preso da Starbucks?

  • michela (author)

    Se sei abituata al caffè corto, l’americano è proprio un’altra cosa! Posso capire le difficoltà 😉

  • Monica

    Sono una fan del caffè americano (vissuto negli USA 2 anni) la trovo molto confortante, Sto valutando l’acquisto della macchina elettrica con il rischio che poi ne berrei ettolitri! Attualmente utilizzo una tisaniera acquistata all’ikea, molto comune in Francia, ma non è la stessa cosa.

  • Maria

    Sapevo che il caffè più è lungo più fa male, però può darsi che è un luogo comune e non è affatto così.
    Sono un’amante del caffè e mi piace in ogni salsa anche se ora ho diminuito molto il suo consumo per motivi di salute.

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