Alzi la mano chi di voi non si è mai sentito “ignorante” in questo mondo di winelovers.
Improvvisamente tutti parlano di vino, descrivono sentori, aziende, vitigni come se avessero trascorso anni sui libri e, soprattutto, avessero girato il mondo (del vino) in lungo ed in largo. Quando mi sono iscritta al corso sommelier, ormai sette-otto anni fa, ero una delle più giovani. Nell’azienda (di vino) dove lavoravo, molti mi guardavano strano per questo mio interesse mentre al corso, quei pochi under quaranta, erano prevalentemente dipendenti dei ristoranti più lungimiranti della provincia quasi obbligati a partecipare. Quello che per altri era puro lavoro, per me era conoscenza, per non sentirmi inferiore quando altri parlavano di cose a me a quel tempo sconosciute. Oggi, qualche anno dopo quel corso (che per certi aspetti sembra un’eternità), il vino è sulla bocca di tutti, senza distinzione di livello di studi, sesso, età o ambiente sociale. Il vino è social, è motivo di interazione, è un argomento piacevole e versatile da poter usare con i colleghi in ufficio e al pranzo della domenica ma come ogni cosa, richiede un minimo di conoscenza.
Nel mondo dei winelovers molti sono autodidatti, mentre molti altri semplicemente ripetono parole sentite in tv o lette in qualche pagina Instagram di tendenza. Certo, il vino è per tutti, ma perché non imparare a sceglierlo, a parlarne con consapevolezza e con le parole appropriate? Per evitare brutte figure e, soprattutto, per sapersi difendere bene davanti ai saputelli, a scaffali colmi di bottiglie o imbarazzanti carte dei vini, siete nel posto giusto.
Nasce infatti la rubrica “l’importanza delle parole”, uno spazio settimanale nel quale vi accompagnerò alla scoperta delle parole del vino che sentiamo e pensiamo di sapere, ma in realtà se qualcuno ne chiedesse il significato….ehm?! Vi aspetto domani, qui, per il primo appuntamento.