Giocheremo con i fiori

Le giornate belle iniziano così, nei modi più inaspettati. Il sole che mi fa stampare un sorriso appena sveglia, un messaggio di un’amica che non vedo da tempo e la sorpresa di arrivare in ufficio e realizzare che qualcuno ha pensato a me. Un simpatico post-it sulla scrivania ed un souvenir da scoprire, ovvero un regalo da un caro collega di rientro da una trasferta di lavoro. Oggi è venerdì ed io, puntualmente, sono nel mood del partire e andare, già da ieri in realtà. Complice la primavera che finalmente sembra essere alle porte e questo cielo azzurro, andrei verso sud, sognando quelle bellissime Terre del centro Italia che tanto adoro. Ho voglia di un weekend semplice ma godurioso, di mare e di colline, di tradizioni da scoprire e nuovi momenti da portare nel cuore. Mentre penso ai prossimi itinerari quindi, mi pregusto il regalo della mattinata, che mi porta nel cuore dell’ Abruzzo a scoprire un Pecorino che nasce nei vigneti situati sulle colline ai piedi del Gran Sasso. Lascio la terra “delle meraviglie naturalistiche ed industriali” ed in poche ore il paesaggio cambia, gli Appennini degradano dolcemente verso il mare, raggiungendo l’Adriatico e lungo quelle dolci colline si alternano vigneti a panorami sorprendenti. Considerata una delle regioni migliori al mondo dove vivere, l’Abruzzo vanta bellissime spiagge, importanti parchi nazionali e numerose montagne, offrendo ottime possibilità per andare al mare d’estate ed a sciare d’inverno. Qui la vita sembra scorrere con ritmi diversi rispetto ad altre regioni e tra paesi arroccati, vigneti e villaggi in pietra, anche qui l’enogastronomia si sa difendere bene. Mentre lungo la costa i piatti tipici sono prevalentemente a base di pesce, nell’entroterra primeggiano le carni d’agnello e di cinghiale, spesso abbinate ad interessanti vini locali composti da vitigni autoctoni a bacca rossa, come il Montepulciano, o a bacca bianca come il Trebbiano. Questa è anche la patria del mio regalo di oggi, il vino Pecorino, oggi famoso in tutto il mondo e tra i bianchi più apprezzati dell’Italia centrale. Si caratterizza per il suo carattere intenso unito ad estrema eleganza, con capacità di affinamento per diversi anni grazie alla spiccata acidità dell’uva ed alla notevole mineralità che lo contraddistingue. Originario di Arquata del Tronto, piccolissimo borgo montano oggi tristemente conosciuto per il recente terremoto, fu chiamato così perché diffuso in zone dove si praticava la pastorizia. Oggi è un vitigno molto resistente, cresciuto adattandosi perfettamente al territorio – a volte impervio – ma rimanendo fedele alle sue caratteristiche, regalando prodotti molto profumati e longevi, riconosciuti oggi come eccellenza italiana, rivolta in parte anche ai mercati internazionali.

A breve il weekend inizia ed io non sarò in Abruzzo ma, come spesso mi capita, degustando un vino e ripercorrendone la storia è come se le distanze si annullassero ed io fossi lì, in una Terra tutta da scoprire ed un nuovo bagaglio di emozioni da vivere. Mentre conservo con cura la sorpresa di oggi, ringrazio chi mi ha regalato questa bottiglia, permettendomi di viaggiare con la mente, pur rimanendo comoda nel divano di casa, nell’attesa di tornare al più presto on the road per conoscere nuove terre.

 

“Viaggiare è come il sale, è come le spezie, cambia il sapore di tutto ciò che tocchi, ti lascia profumi e fragranze impigliate nel cuore.”(R. Jebreal)